“Render”…quante volte hai sentito questa parola? Oppure “3D artist”, o ancora “visualizzatore architettonico” oppure “Archviz specialist”? Forse mai o forse qualche volta.
Beh, se mai avessi sentito queste parole strane, senza comprenderne cos’è l’archviz o un render un po’ vi capisco.
Ho deciso di realizzare quest’articolo per spiegare un po’ a chi non è del settore di cosa si stratta. L’argomento non è difficile e cercherò di essere semplice e coinciso.
Sei pronto? Allora buona lettura!
Voglio iniziare questo articolo facendoti una domanda, e chiedendoti di essere il più sincero possibile nella risposta:
Quella in alto, secondo te, è una fotografia?
(Scrivi la risposta sotto nei commenti e poi continua con la lettura)
Ora che l’hai guardata meglio, avrai realizzato che non lo è affatto, ma è diciamo un “artefatto”.
In questo caso sarebbe più corretto dire “fatto ad arte” -anche se suona malissimo- perchè questo è un render di Mike Golden. E’ uno dei più grandi Artisti (e la A maiuscola non è a caso) a livello planetario. Inoltre Mike Golden lavora nel mondo della computer grafica 3D da diversi anni e nello specifico nel mondo dell’Archviz, postando diversi contenuti interessanti sui suoi social.
....ma cos'è un render? E l'archviz?
In realtà questa parola racchiude due termini molto semplici: Architectural (=dell’ Architettura) Visualization (=Visualizzazione).
Tradotto brutalmente in italiano sarebbe visualizzazione architettonica, e quello che vedi sopra è uno dei possibili risultati raggiungibili da chi lavora in ambito ArchViz.
Dare dei limiti e quindi una spiegazione concreta a questi termini concettualmente sterminati a livello di significato è davvero difficile, e probabilmente ognuno darebbe la propria definizione.
Quello che posso assolutamente confermarti è che nella realtà pratica della questione è difficile da spiegare anche a chi nell’ambito architettonico ci lavora.
Eh già, sembra strano ma è sul serio così.
In effetti non è semplice spiegare cosa sia realmente l’archviz.
Non è neanche semplice spiegarlo agli architetti e agli ingegneri. Purtroppo, per formazione accademica, molti hanno deciso di approfondire solo determinati aspetti ben circoscritti della pratica professionale, escludendo il resto.
Un po’ ci si è messa di mezzo anche la “culturalità” della cosa. Ti spiego meglio.
Quante volte nella facoltà di ingegneria da me frequentata ho sentito letteralmente buttare “perle” del tipo “l’ingegnere progetta, l’architetto addobba”. Oppure ancora “l’architetto immagina e l’ingegnere fa stare sù l’idea”….mai mi sono sentito più distante da queste definizioni dopo aver intrapreso questa strada, pur essendo io stesso abilitato come Ingegnere Civile.
La cosa che secondo me dovrebbe realmente emergere dalle nostre facoltà italiane, dovrebbe essere solo una.
La figura tecnica del progettista, sia esso architetto, ingegnere o geometra, per sua definizione progetta un qualcosa che non c’è ancora. Manipola concetti ed idee per tutto il processo di creazione di un manufatto architettonico. Passa dalla gestione dell’immaterialità dell’idea, alla manipolazione della materia.
La progettazione è tutta una questione di corretta comunicazione di quell’idea, o di un determinato concetto. Si passa da un’attore ad un altro all’interno dell’intero processo partendo dalla committenza, passando poi a tutta la schiera di tecnici che ne seguiranno.
Immagina se fosse realmente possibile avviare un cantiere partendo solo da uno schizzo disegnato in dieci secondi su un tovagliolino da bar. Sarebbe impossibile, una visione romantica. Oppure immagina ancora se si potesse comunicare con la committenza mostrando intere paginate di fogli excel. Utilizzare i soli numeri a dimostrazione di quanto quella struttura possa essere efficace, una cosa improponibile.
Sarebbe follia pura, non credi?
E come può fare un progettista a comunicare al meglio anche con chi non è un tecnico?
Proprio in questo aspetto, la tecnologia entra a gamba tesa. Sta facendo passi da gigante appunto per cercare di rendere più fluida la comunicazione fra i vari tecnici (vedi ad esempio con i nuovi processi di Building Information Modeling). Si sforza di trovare soluzioni anche per chi tecnico non è, e che di piantine e sezioni con campiture particolari ne capisce poco o nulla.
E’ appunto per questo motivo che nasce l’ “architectural visualization” e ci spiega cos’è un render e a cosa serve: rendere facilmente comprensibili i progetti.
Siano essi in scala urbanistica o architettonica o, ancora, di dettaglio, chi si occupa di ArchViz mostra esattamente come un progetto apparirà una volta che esso verrà realizzato.
Il tutto andrà ben oltre l’utilizzo delle tradizionali piante, prospetti e sezioni, ma utilizzando delle vere e proprie “fotografie” e/o “video animazioni” appositamente create al computer.
Ma quindi…
È solo una questione di schiacciare "due bottoni" sulla tastiera?
Assolutamente no! Magari!
Anzi, se pensi che sia così, che basti premere due bottoni a caso e “fa tutto il computer” ti invito ad abbandonare subito questo blog. Perdona la franchezza ma dico sul serio, perché non credo ti sia utile continuare a leggere.
E’ appunto questo il problema di fondo: molti sul suolo nazionale non sanno cos’è un render, e pensano che per realizzare un’immagine come quella in alto, o come quelle che realizzo io (raccolte per te in questa sezione) basti semplicemente schiacciare pochi tasti sulla tastiera.
Una volta schiacciati i bottoni giusti, poi, il “programmino” di turno fa il resto….
Nulla di più sbagliato!
Ti spiego cos'è un render
L’archviz ha davvero tantissime sfaccettature, e sarebbe impossibile affrontarle tutte in un articolo di un blog, tanto meno comprenderle in pochissime parole.
Una “fotografia” come quella in alto, in gergo viene chiamata Render, termine che deriva dal verbo inglese to render, traducibile in italiano come tradurre, interpretare, presentare. Ne è conseguenza, quindi, che un’immagine del genere vada a tradurre degli aspetti ben precisi, come la matericità esatta delle superfici.
Interpreta in chiave emotiva le sensazioni che un ambiente deve generare: riproduce una vista particolare, un gioco di luce ben preciso, richiamando netti stati d’animo all’osservatore.
Un render presenta uno scenario futuro, concretizza quell’idea in materiale in qualcosa di più tangibile e visibile.
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Ok, ho capito cos’è un render
Ma quindi a cosa serve?
Ho cercato di spiegarti cos’è un render, ora vediamo a cosa serve.
Un render va a costituire solo una piccola gocciolina in quello che è l’oceano della visualizzazione architettonica.
Il render comunica in maniera rappresentativa ed inequivocabile come quell’idea iniziale sarà materializzata alla fine dei lavori.
Il render è dunque la sintesi di un processo molto più complesso.
Un processo che inizia con l’idea richiesta dal committente, passando per la progettazione tecnica pura.
Una volta individuate le scelte tecniche, di stile e così via, si torna all’attore di partenza sotto forma di elaborato grafico facilmente comprensibile. Questo passaggio può essere fatto con un’immagine quanto più realistica possibile, che abbia il giusto effetto e che possa comunicare la giusta sensazione al committente.
Il render e la comunicazione
La creazione di un render fotorealistico è una vera forma di comunicazione, al contrario di quel che si pensa.
E’ un modo di comunicare che non è nato agli inizi degli anni ’90 con i primi software di modellazione tridimensionale, ma ha radici molto più profonde radicate proprio nella nostra cultura Italiana.
Il concetto di visualizzazione architettonica infatti si è sviluppato e raggiunse la sua massima espressione artistica proprio in Italia.
L’innovazione è partita dalla scoperta del metodo della prospettiva di Caravaggio, nel ‘600!
Ovviamente con l’avvento dei computer e lo sviluppo di software dedicati (come quelli disponibili nella mia pagina Risorse), non si è tralasciata nel tempo l’importanza della rappresentazione realistica. Si è passati infatti dai meravigliosi schizzi a china o matita, arrivando a sviluppare il concetto di computer grafica, conosciuta oggi con l’acronimo di CG.
Il paradosso grande sai qual è?
E’ che noi italiani nel ‘600 fummo i primi a scoprire un metodo così rivoluzionario per rappresentare la bellezza architettonica che ci circonda. Col passare del tempo, però, abbiamo smesso di usarla praticamente del tutto.
Ad oggi, infatti, in Italia solamente i più grandi studi di architettura ed ingegneria si affidano a 3D artist esperti per rappresentare e presentare ai committenti, o nei bandi di gara, le proprie idee di interni ed esterni.
Ciò conferisce a queste grandi realtà un potere comunicativo altissimo, molto più grande di quanto ci si possa immaginare. Una grande ed efficace comunicazione si traduce in un altrettanto grande potere di acquisizione clienti. Guadagnano così un vantaggio ma molto più alto rispetto a chi, soprattutto come in studi piccoli, tende a lesinare e sminuire questo aspetto della progettazione.
Chi sminuisce, lesina o deride questo aspetto comunicativo della progettazione si riduce nuovamente all’utilizzo di piante, prospetti e sezioni, complicando ulteriormente -con le proprie mani- la comunicazione con la committenza.
L’esito catastrofico di quanto dico è ben visibile agli occhi di tutti, ed è scritto nero su bianco nei bilanci, oltre alla cattiva reputazione che molti “colleghi” hanno contribuito a creare.
Il risultato è...
L’inevitabile conseguenza è quella di non essere più competitivi sul mercato, né “attraenti” a futuri committenti. Tagliando fuori un utile strumento di comunicazione, infatti, si rischia di ideare progetti che, una volta realizzati, non soddisfano a pieno la committenza.
Bisogna capire, e far capire, che un render è una fotografia del futuro.
E’ la rappresentazione realistica di quelle che saranno le soluzioni stilistiche e tecniche che verranno adottate in un progetto.
Un modello 3D non è costituito solo da forme e volumi, per quello bastano piante, prospetti e sezioni.
Grazie ai moderni software è possibile arricchire le superfici con colori, luci, tinte, materiali e texture.
Studiarne riflessioni e rifrazioni in grado di replicare fedelmente ciò che sarà quell’ambiente con quegli esatti materiali, conferendo il giusto mood alla scena. Comunicando l’esatto stile richiesto dal cliente facendo davvero in modo di soddisfarlo nel miglior modo possibile, e qui puoi vedere come faccio io.
Per concludere
Potrei parlare ancora ore di quello che penso a riguardo, di quello che è per me il mondo dell’archviz e di come sia la mia visione della progettazione architettonica.
Preferisco però chiudere proponendoti uno scenario per chiarire un’ultima volta a cosa possa essere utile davvero e cos’è un render fotorealistico fatto da un professionista dell’archviz.
Immagina:
Hai commissionato il progetto della tua camera da letto matrimoniale a due progettisti differenti e che dopo un tot di tempo, da accordi, vi mostrino ognuno la propria idea con un’ unica immagine.
Voi a quale progettista vi affidereste per proseguire i lavori?


Lasciami la tua risposta qui in basso, oppure fammi sapere cosa ne pensi contattandomi qui.
Ah dimenticavo!
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Un saluto,
Andrea