Siamo sinceri, quante volte ti sei trovato nella seguente situazione: progetti un ambiente o un edificio. Lo modelli interamente e con cura. Lo guardi e ti senti davvero compiaciuto. Quando però realizzi le prime immagini, ti senti di non avergli reso giustizia?
A me, le prime volte, capitava sempre.
E’ inevitabile.
Imposti tutto il modello, i materiali, le luci, le camere ecc…ma poi il primo render è una mezza ciofeca. Vero?
Però ho una buona notizia.
Se anche a te è successo almeno una volta, sei nel posto giusto! E nei prossimi paragrafi ti spiegherò il perchè accade tutto ciò e quali sono i trucchi migliori per poter migliorare il tuo render architettonico.
Quando si parla di rendering, e più precisamente di archviz, si sta parlando di realizzare un’immagine, solitamente fotorealistica, che comunichi qualcosa di importante del nostro progetto (in questo articolo di spiego esattamente cosa si intende per archviz e cosa deve trasmettere un render).
Per questi motivi quando abbiamo intenzione di realizzare un render di architettura dobbiamo cambiare la logica del nostro approccio, passando da una mentalità da progettista ad una da fotografo.
Esattamente, non hai letto male.
Quando abbiamo a che fare con modelli 3D di edifici, chiese o monumenti, fare un render significa a tutti gli effetti fare delle vere e proprie fotografie digitali.
Per farlo al meglio, quindi, bisogna rispettare degli accorgimenti che sono assolutamente necessari per ottenere risultati d’effetto.
Quali sono?
Continua a leggere e ti spiegherò uno per uno quali sono i 10 trucchi che devi assolutamente sapere per fare bei render architettonici, senza andare per tentativi e perdere ore ed ore a cercare la giusta inquadratura.
Il render in architettura dipende dal giusto approccio
Come avrai ormai capito da questo blog, la visualizzazione architettonica è una delle mie più grandi passioni oltre ad essere parte della mia professione.
Nel corso degli anni di studi, ma anche e soprattutto nel mio tempo libero, ho avuto modo di sperimentare diverse situazioni.
Ho testato nel tempo diversi scenari, provando sempre ad applicare tutti i principi ed i consigli che trovavo in giro nel web.
Avendo raccolto un sacco di materiale nel tempo, e avendo fatto diverse centinaia di prove sui miei modelli, ho deciso di creare questo blog per raccontarvi la mia esperienza.
In questo spazio online ho deciso quindi di condividere dei preziosi consigli come quelli che ti sto per elencare qui di seguito, oltre a condividere diverse mie risorse messe a disposizione per te.
Quando ci approcciamo alla realizzazione di un render, dobbiamo switchare il nostro modo di ragionare: dobbiamo passare da una logica da progettisti ad una da veri e propri fotografi.
Hai capito bene, dobbiamo essere in grado di ragionare come dei veri e propri fotografi di architettura, perchè il render nient’altro è che la creazione di vere e proprie fotografie ma in ambiente digitale.
D’altro canto, software moderni e potenti come Vray (puoi trovare maggiori info cliccando qui) ci offrono la possibilità di controllare qualsiasi possibile impostazione relativa alla luce e alla fotocamera.
Quest’ultima infatti può essere gestita alla stessa identica maniera di una reflex professionale, controllando i valori di ISO, F-stop e shutter-speed, oltre ai vari parametri legati alla focale ecc.
Capirai bene che, pur avendo una grande versatilità, tali software non ci rendono immediatamente dei fotografi professionisti, anzi! Allo stesso tempo non dobbiamo lasciarci spaventare dai vari parametri da impostare.
L'importanza del dettaglio
Quando ci troviamo davanti ad un nostro 3D, sia esso una residenza, un museo o un qualsiasi altro tipo di edificio, mettere una luce solare di scena, e piazzare una telecamera non è sufficiente a rappresentare al meglio il nostro soggetto…ovviamente.
Per far emergere quindi il vero carattere del nostro edificio, o ambiente, dobbiamo per forza di cose adottare un approccio pari a quello adottato da un fotografo d’architettura.
La foto d’architettura, o un render fotorealistico architettonico, segue dei canoni ben specifici, che tendenzialmente vanno sempre rispettati.
Anche nell’inquadratura di alcuni dettagli, quando si parla di render architettonico c’è un modo specifico di “fotografarli”. Solitamente si adotta un’inquadratura fontale, dritta, e ragionando per logiche di simmetria o dei terzi.

Ti do subito un piccolo consiglio bonus
Prova a prendere un vecchio libro di storia dell’arte del liceo, sfoglialo un po’, e vedrai che tutti i dettagli degli edifici storici vengono fotografati in questo modo.
Sfogliare libri e riviste, infatti è un ottimo modo per studiare i canoni classici che vengono impiegati per uno scatto di questo genere.
Ovviamente questo non vuol dire che bisogna adottare uno schema rigido nello scatto. L’altro consiglio che posso darti per l’acquisizione dei dettagli, infatti, è quello impiegare uno stile un pochino più rilassato e morbido, in modo da far risaltare l’essenza stessa del dettaglio.
Bisogna fare però una doverosa precisazione.
Per molti generei di render di dettaglio in architettura, specialmente per fini commerciali: bisogna porre attenzione ad eventuali giochi di luce per far risaltare particolari superfici o materiali, oppure eventualmente a viste angolari per far risaltare determinate soluzioni tecniche.
Per poter sfruttare al meglio le potenzialità dei software e degli algoritmi di calcolo, cerca di lavorare con una workstation adeguata (in questo articolo ti spiego come sceglierla) e di un monitor in grado di restituire fedelmente le immagini (cliccando qui troverai i migliori monitor per fare render in vendita su Amazon)
Dopo aver fatto però delle doverose precisazioni, entriamo nel vivo della questione, e partiamo con i 10 trucchi indispensabili per fare ottimi render di architettura.
Sei pronto? Iniziamo!
Entra nella mente del progettista
Per fare un ottimo render in architettura, la prima cosa essenziale da fare è probabilmente quella più difficile: entrare nella mente di chi ha ideato il progetto!
Devi in tutti i modi cercare di capire cos’aveva in testa il progettista nel momento in cui ha ideato il progetto. Se hai dei dubbi su cosa stia parlando, dai un’occhiata a quest’articolo che ho scritto qualche tempo fa, ti aiuterà a capire come ragionano le vere archistar!
Devi lasciar trapelare cosa vuole comunicare con quell’edificio, palazzo, ecc.
In questo scenario le situazioni sono due:
- sei tu stesso il progettista: parti in vantaggio! Sai già come sei arrivato all’idea definitiva e quali sono i punti chiave del tuo progetto, e quali sono i punti importanti della tua opera: mostrali.
- sei un professionista diverso dal progettista: bisognerebbe indagare, quindi fare domande precise e dettagliate all’ideatore, cercando di capire quali siano i nodi chiave del progetto e il carattere progettuale che ha voluto conferire alla sua opera. Domandare è lecito! Se la risposta non arriva, allora studia da te i caratteri dell’opera e cerca di metterli in relazione col suo contesto.
Entrare nell’ordine delle idee che c’è dietro ad un progetto architettonico, e cercare di capire qual’è il messaggio che si vuole comunicare all’osservatore è probabilmente il compito più difficile.
Una volta trovata la chiave di lettura del progetto però, il gioco sarà più semplice. Lo step successivo infatti sarà quello di cercare un punto di vista formalmente corretto: gira attorno al modello 3D, cerca lo spazio, il cono ottico e la luce giusta.
Usa la luce come se fosse materia
Senza luce, non ci sarebbe il buio….ma senza luce il nostro progetto non si potrebbe vedere!
Per questo motivo la luce è fondamentale per il nostro render architettonico.
Un fotografo professionista studia l’orario e l’atmosfera aspettando il momento giusto, cercando di trarne vantaggio nei propri scatti.
Nella modellazione 3D e quindi nel rendering fotorealistico abbiamo il vantaggio di non dover aspettare ore, o svegliarci all’alba.
Nel nostro ambiente virtuale abbiamo la possibilità di plasmare la luce ed applicarla nel modo che più preferiamo, stando attenti a valorizzare al massimo luce e spazio.
Tenendo ben a mente che i momenti migliori per fotografare sono l’alba ed il tramonto, cerchiamo di studiare un’inquadratura che vada a valorizzare l’altro contrasto dei chiaro-scuri.
Quando si sta riproducendo una scena tridimensionale fotorealistica devi tener eventualmente conto di un altro fattore legato all’orario: le persone presenti nello scatto!
Se ad esempio stai realizzando una scena all’alba, probabilmente avrai anche poche persone presenti, quindi occhio alla post produzione.
Fai molta attenzione alla focale
I giusti settaggi della Camera di Vray sono fondamentali per la riuscita di un buon render.
Allo stesso modo delle fotocamere reflex, impostare i giusti valori nel pannello di controllo della camera è una delle cose principali.
Ovviamente gli scenari sono diversi e variabili, e quindi non ci sono dei valori standard da adottare.
Ovviamente, non dovendo maneggiare nulla di fisico, non abbiamo la necessità di investire migliaia di euro in attrezzature diverse. Allo stesso modo non abbiamo bisogno di dover cambiare obiettivo ad ogni scatto.
Come in una reflex, le proprietà fondamentali da gestire, che sono nient’altro che dei parametri da variare nella V-Ray Physical Camera, sono:
- Apertura del diaframma (f)
- Tempo di esposizione (in frazioni di secondo)
- Sensibilità del sensore (ISO)
- Lunghezza focale
Senza perdere troppo tempo sui primi 3 parametri, al quale dedicherò un apposito articolo, l’ultimo è un aspetto cruciale per migliorare la visuale delle nostre immagini.
Se ti stessi chiedendo cosa sia la lunghezza focale (o Focal Lenght), è la distanza che c’è tra il centro geometrico della lente dell’obiettivo ed il sensore.
Perchè è importante questo valore?
Perchè variando la lunghezza focale abbiamo la possibilità di:
- Ampliare o restringere il campo visivo, simulando un allontanamento o un avvicinamento all’oggetto
- Modificare la percezione prospettica
Più la lunghezza focale è bassa, più la prospettiva viene accentuata e quindi maggiore sarà la porzione di spazio inquadrato (Grandangolo). Questi valori, definiti Grandangolari, variano dallo 0 ai 35mm. Con questi valori di focale, avrai la possibilità di creare inquadrature prospettiche molto immersive e coinvolgenti.
Viceversa, più la lunghezza focale è alta, più la prospettiva risulta morbida, ed “appiattisce” le distanze. Usare lunghezze focali alte, inoltre, va a ridurre il campo di inquadratura (Teleobiettivo).
Utilizzare una focale lunga, invece, ti consentirà di controllare meglio le inquadrature di dettaglio, ancor di più se avrai un’inquadratura frontale e perfettamente in bolla.
I teleobiettivi infatti sono ottime per andare ad evitare le fastidiosi distorsioni laterali nell’immagine, dovute appunto ad una prospettiva troppo accentuata.
Utilizzando un grandangolo per realizzare un dettaglio, si rischia infatti di creare delle immagini dalla percezione artificiosa e poco realistica. Questo è facilmente risolvibile utilizzando invece delle focali uguali o superiori ai 50-55mm.
Qui di seguito ti lascio un’immagine molto esaustiva per capire il rapporto che c’è tra la lunghezza focale e l’angolo del campo di acquisizione.

Quindi, in breve, gioca con la lunghezza focale in modo da migliorare la profondità di campo delle tue inquadrature.
Sfrutta l'effetto bokeh
Avendo introdotto brevemente i parametri che vanno ad incidere sulla profondità di campo, andremo a parlare di quella che è una chicca stilistica oltre che una diretta conseguenza.
L’effetto Bokeh non è nient’altro che un particolare effetto ottico dovuto ad una profondità di campo davvero molto molto ristretta all’oggetto in primo piano.
Esattamente come quello proposto nell’immagine seguente.

Impostando quindi una focale in grado di restringere il campo sul dettaglio di nostro interesse, tutti gli oggetti nello sfondo andranno fuori fuoco.
Questo effetto sarà davvero d’effetto soprattutto in scenari notturni, nel quale gli oggetti luminosi andranno a creare forme particolari e suggestive.
Oltre a posizionare oggetti luminosi nello sfondo, un altro aspetto determinante per l’effetto Bokeh è l’aberrazione dell’obiettivo, soprattutto usando un’ampia apertura del diaframma.
V-Ray ci viene in aiuto offrendoci alcuni comandi ad hoc: il primo è il DOF (Depth of Field) che ci aiuta nello sfocato sullo sfondo. Il secondo è la voce Blades la quale, variando il parametro, va a definire la forma geometrica col quale sfocare le luci di sfondo.
Vuoi un'immagine con persone o senza?
Qualche paragrafo fa ti ho consigliato di andare sui tuoi vecchi libri di storia dell’arte a ricontrollare le immagini.
Noterai che spesso e volentieri le immagini dei palazzi o degli edifici storici vengono mostrate spessissimo senza la presenza di persone.
Questa però non è la regola!
In determinati scenari, la presenza dell’elemento umano è particolarmente funzionale a far capire la finalità dello spazio progettato, o più banalmente come esso viene vissuto.
Pensa ad esempio ad un progetto di riqualificazione urbana, creare una scena (ovviamente ben fatta) che pullula di vita ha tutto un altro impatto agli occhi dell’osservatore della tua immagine.
Quindi….non ti fossilizzare sulla regola del non aver nessuno nel tuo render architettonico, perchè devi far risaltare l’architettura, perchè questa può essere una buona strategia per un interno, ma non per uno scenario esterno.
Altro aspetto da valutare è: le persone saranno ferme o mosse?
Questo ragionamento ti porta a ragionare su cosa stai esattamente comunicando: staticità o movimento e dinamismo?
Dimenticati delle linee cadenti
Cerca di evitare come la peste le cosiddette linee cadenti!
No, fermo, non sto parlando della scia che lasciano i corpi celesti nella notte di San Lorenzo. Mi riferisco alle linee verticali che vanno a convergere in un determinato punto.
Questo probabilmente è uno dei mantra che dovrai ripetere ogni qual volta andrai a realizzare un render di architettura, soprattutto in esterno. Tanto vale che, se osservi un libro di architettura, troverai delle belle immagini che quasi sembrano fatte a squadro e col filo a piombo!
Ti dico tutto ciò soprattutto perchè negli anni scorsi si faceva davvero molto attenzione a questo aspetto, che era peculiarità assoluta della fotografia, e quindi del render, di architettura.
Al giorno d’oggi però questa cosa si è leggermente persa, o comunque questa attenzione si nota un po’ meno.
Probabilmente questo è merito anche dei nuovi stili di presa cinematografica o dei social network che in un certo qual modo vanno ad interferire anche con gli stili di visualizzazione.
Certo è che un’immagine realizzata con le verticali ben perpendicolari, conferisce un’aspetto ed una percezione più professionale al lavoro. E, da buon ossessivo con la simmetria e la precisione, non posso che essere d’accordo.
Perciò, occhio alle verticali!
Esagera con le linee cadenti
Andrea ma ti sei bevuto il cervello?! Mi hai appena detto di fare le verticali belle dritte e a piombo!
Lo so, con questo titolo ti ho destabilizzato, ma ti spiego subito cosa voglio intendere.
Non sto dicendo il contrario o negando quello che ho scritto nel punto precedente, anzi.
Quello che voglio dire, molto semplicemente, è che: se hai una determinata situazione nel quale non riesci a creare un render architettonico con le verticali dritte, fatti amiche quelle che hai.
Immagina di dover realizzare una vista esterna di un edificio molto alto ed in un contesto urbano molto denso e fitto: è praticamente impossibile in molte situazioni creare una prospettiva con le verticali belle dritte e parallele.
In questa – e solo questa – situazione utilizzale come elemento compositivo della tua scena.
Sfrutta la nuova prospettiva che si viene a creare con le verticali convergenti per indirizzare lo sguardo o per accentuare la sensazione di altezza.
Crea qualche render di dettaglio
Ogni qual volta ti capita di fare render d’architettura per un bel progetto interessante, fai almeno un’inquadratura di dettaglio.
Questo per due semplici motivi: curando e proponendo un’immagine di dettaglio, farai aumentare la qualità percepita del progetto. In secondo luogo avrai un arma in più per guidare al meglio lo story-telling del progetto.
Fai attenzione però: scegli bene quale dettagli renderizzare.
La scelta deve esser fatta prevedendo quale possa essere quell’elemento che va a generare curiosità nell’ambiente che stai realizzando: un particolare punto di intersezione fra materiali diversi, una particolare intersezione geometrica o nell’arredo.
Cerca, insomma, di prevedere i dubbi di chi osserva.
Realizza immagini notturne
La notte ha sempre destato fascino e curiosità.
Per questo motivo, ricreare un’ambientazione notturna ti da la possibilità di giocare con atmosfere più romantiche ed intime.
Grazie all’attento studio dell’illuminazione, quello che può sembrare banale o scontato di giorno, in uno scenario notturno può diventare molto più interessante.

Fai attenzione negli interni
Se ti occupi di arredamento, o comunque del design di ambienti interni, avrai probabilmente altri aspetti aggiuntivi a cui porre attenzione.
In primis fai attenzione alle prospettive in caso ambienti molto stretti, valutando per bene la scelta della focale, utilizzando eventualmente dei piani di Clipping per non distorcere le prospettive.
Secondo aspetto: studia bene l’illuminazione!
Come ho scritto più volte in questo blog, senza la luce non ci sarebbe l’ombra, e quindi si andrebbero a perdere tutti quei giochi di chiaro-scuro fondamentali per i render in architettura.
Utilizza e sperimenta i diversi tipi di luce, a partire dalle mappe HDRI passando per le luci area fino ad arrivare ai profili IES.
Inoltre cerca di strutturare l’illuminazione d’interno su 4 diversi livelli, andando a creare una vera e propria gerarchia della luminosità. Vai a creare quindi questi 4 livelli di illuminazione:
- Primaria: ossia la luce chiave dell’intera scena, che fornisce l’illuminazione globale all’ambiente.
- Secondaria: questa fondamentalmente viene usata come luce per schiarire, andando quindi a smorzare le ombre più intense prodotte dalla luce primaria.
- Terziaria: è una luce che ha il compito di rifinire l’illuminazione globale, andando a “riempire” quegli spazi in ombra dove le prime due non arrivano.
- Accenti: questi ultimi non hanno una vera e propria funzione illuminante, ma guidano lo sguardo e danno valore visivo alla composizione.
In conclusione
Abbiamo visto quali sono i 10 trucchetti da applicare e a cui fare attenzione per migliorare drasticamente i tuoi render in architettura.
Abbiamo visto quanto sia fondamentale entrare nella mente del progettista per rappresentare al meglio il progetto architettonico.
Ti ho spiegato l’importanza dell’utilizzo della giusta illuminazione interna e dell’importanza di impiegare la luce come vera e propria materia. Come una focale possa essere una buona arma per valorizzare le tue prospettive, creando effetti visivi accattivanti come l’effetto Bokeh, oltre a come valorizzare le cadenti verticali dei tuoi edifici.
Siamo arrivati inoltre ad individuare nel render architettonico di dettaglio un ottimo alleato per risolvere i dubbi dell’osservatore.
Queste sono tutte pillole e trucchetti che porteranno a valorizzare drasticamente i tuoi render architettonici.
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A presto,
Andrea.